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Michel Leiris e Pier Paolo Pasolini: due poeti che in momenti diversi e con un retroterra culturale altrettanto differente, decisero di spingere la propria ricerca artistica e intellettuale al di là dei confini della pura espressione letteraria per incontrare discipline come l'etnologia e la storia delle religioni, concepite come gli strumenti più qualificati per comprendere un presente sempre più indecifrabile e minaccioso. Il legame utilizzato per far virtualmente incontrare i due artisti non poteva che essere l'Africa, in virtù del ruolo che il Continente Nero ha rivestito nel pensiero dei due protagonisti. Un'Africa "sacra" e "mitica" che per Leiris e Pasolini rappresenta una preziosa e vitale alternativa alla "decadente civiltà borghese" ma dalla quale, tuttavia, entrambi torneranno, stringendo tra le mani solo uno sbiadito fantasma. Il timido riflesso di una realtà estremamente diversa dall'idea romantica che li aveva convinti a mettersi in viaggio e dunque, in discussione, attraverso il contatto concreto con l'alterità, in primis, quella rappresentata dal sacro, oggetto privilegiato delle loro riflessioni.