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I draghi sono un fenomeno globale. Troviamo tracce di questi mostri alati a diverse latitudini e in varie epoche: animali mitologici che hanno turbato l'umanità per migliaia di anni. Dalle bestie sputafuoco del mito e delle leggende nordeuropee al Grande Drago Rosso del libro dell'Apocalisse, dal ruolo soprannaturale nell'antica Cina a quello delle donne-drago che hanno rappresentato una minaccia all'autorità maschile. Ma c'è una cosa che tutti i draghi hanno in comune: la paura suscitata dal loro formidabile potere e, di conseguenza, il nostro bisogno di sopprimerlo, di placarlo o, in qualche modo, di assumerlo come "nostro". Come spiegare questa esigenza? È il nostro bisogno di imporre l'ordine sul caos, incarnato in un cavaliere, un eroe in grado di uccidere i draghi? È il nostro terrore della natura scatenata nella sua forma più distruttiva? O il drago non è altro che l'espressione di quel mistero più grande e inquietante di tutti: la nostra mortalità? Martin Arnold ripercorre la storia dei draghi, le concezioni leggendarie e storiche su queste figure, la loro rappresentazione e i significati metaforici, religiosi, mitologici, dall'Età Antica a II trono di spade, e risponde all'interrogativo su cosa abbia spinto l'uomo a creare nel suo immaginario queste creature magnifiche. Postfazione di Licia Troisi.