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I decenni convulsi che vanno dalla guerra civile americana, con la politica d'imperialismo inaugurata da Roosevelt, alla fine della Prima guerra mondiale. Le tensioni economiche, sociali e culturali di una soeietà in rapida trasformazione. La nascita delle grandi metropoli e il richiamo della Frontiera e di un ormai mitico passato contadino. Le ondate di immigrati. Il movimento socialista. L'esplodere delle lotte operaie. E come tutto ciò venne narrato da autori come Theodore Dreiser, Upton Sinclair, Jack London, John Reed, Sherwood Anderson e molti altri. Mario Maffi prende in esame quegli scrittori americani che, partendo da premesse ideologiche diverse e a volte contrastanti, posero al centro di romanzi e racconti le vicende di una lotta di classe serpeggiante negli Stati Uniti in forme acutissime. Quali sono le origini di questa letteratura spesso dimenticata a favore della più "chiassosa" "proletarian literature" degli anni Trenta? Come matura nella seconda metà dell'Ottocento? Come si manifesta e si sviluppa? Quali sono i suoi caratteri distintivi? Nati dentro il "sogno americano", alcuni di questi scrittori cercarono di rivoltarglisi contro, mettendone sotto accusa la retorica e la demagogia. Altri ne furono vittime inconsapevoli anche quando s'illudevano di negarlo. Altri, infine, lo difesero con accanimento dalle minacce oscure d'un proletariato la cui stessa esistenza costituiva una negazione dei contenuti di quel "sogno".