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Associata fin dai tempi antichi alla pratica della guerra, quella del mercenario è forse "la seconda professione più antica al mondo". Un mercenario è un soldato di fortuna che combatte per una causa straniera, alla quale la sua lealtà è condizionata, in massima parte, dalla somma di denaro riservatagli. La sua storia è la storia stessa della guerra. Anthony Mockler ne ripercorre l'evoluzione dai tempi di Senofonte all'Iraq, passando per l'Impero Romano e il Medioevo feudale, con la nascita delle Libere Compagnie, fino ad arrivare ai condottieri del Rinascimento e alle ultime guardie svizzere cadute per la difesa delle Tuileries. Nel XX secolo, con la nascita delle legioni straniere, l'impiego dei mercenari fu complementare ma pressoché continuo. I conflitti di decolonizzazione in Africa, e in particolare in Congo, ne videro poi la recrudescenza. Ma cosa si deve pensare di questi uomini che guadagnano per dare maggiore potenza di fuoco alle guerre di tutto il mondo? L'opinione pubblica li identifica come gli ultimi alfieri del colonialismo. Scrittori e produttori cinematografici li usano abbondantemente, quasi si trattasse dei soli Don Chisciotte superstiti. Mockler esprime un giudizio più equilibrato: fintanto che la guerra non sarà abolita, i mercenari continueranno a esistere. Nel XXI secolo, con la proliferazione delle società militari private, i mercenari hanno conosciuto infatti una nuova mutazione. Introduzione e postfazione di Marco Guidi.