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Originale impasto di esistenzialismo e atmosfere noir, "Il drago d'avorio" racconta in forma autobiografica le esperienze dell'autore nella Cina comunista negli anni di Mao Zedong e della rivoluzione culturale. Partito dall'Albania di Enver Hoxha per un viaggio culturale a Pechino, il giovane studente Genc Skampa resterà segnato per sempre dall'amore per l'enigmatica Sui Lin, contrastato dal regime occhiuto e poliziesco che permea la società del tempo in maniera ossessiva. Il narratore rivive quella storia adolescenziale trent'anni dopo: ora è un giornalista di regime di mezza età, alcolizzato, deluso dalla vita, con alle spalle un matrimonio fallito e l'urgenza di aprire un dialogo con i suoi due figli. In bar fumosi dove il clima sospeso fa pensare ai romanzi realistici del secondo dopoguerra, l'uomo è stritolato dai fantasmi del passato e per lui sarà difficile mettere insieme le tessere del puzzle dei ricordi. Fanno da cornice alla storia l'Albania e la Cina, paesi dominati dalla paura, pullulanti di infide spie, delatori di ogni specie, intolleranze razziali e arcaiche usanze familiari, due mondi che non possono assicurare la piena libertà dei singoli.