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La trentenne Nadia riflette sulla propria infanzia e adolescenza in un momento molto particolare della sua vita e del suo Paese, un periodo storico alquanto instabile ed incerto. Attraverso i ricordi della protagonista l'autrice ci accompagna pian piano nella quotidianità del piccolo mondo di Nadia: dalle ore trascorse a cucinare assieme alla nonna quando era una bambina, per arrivare agli uomini che ha amato e perso, fino alla relazione con il padre e la madre assente, ed alla cauta partecipazione alla rivoluzione egiziana. In una narrazione dai toni intimi e intervallata dalla cronaca della partecipazione di Nadia ai 18 giorni di Tahrir, l'autrice riesce a focalizzare la provenienza e il background dei giovani che hanno fatto la rivoluzione del 2011, portando il lettore a vivere insieme a loro le grandi speranze che li hanno guidati, la tragica frustrazione che li ha colpiti e la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto, da terminare.