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"Io non ti ho promesso l'eternità" è la storia della persecuzione e della diaspora di una famiglia ebrea inseguita dall'aggressione nazista. Attraverso questa storia la Mercado, costretta più volte all'esilio (1966-1971 in Francia, 1974 in Messico), per la feroce dittatura istaurata in Argentina, ricostruisce numerosi spazi della memoria narrativa attraverso Germania, Francia, Spagna, Messico, Israele,in una prospettiva che potremmo ben definire "transatlantica". Il fine del progetto letterario della scrittrice è quello di prevenire l'oblio, evitarlo benché questa operazione richieda un consistente supplemento di dolore. La trama della narrazione sminuzzata con ramificazioni, affluenti e rizomi, recupera tutta intera la memoria per proporre un meccanismo salvifico, mettendoci in guardia sui pericoli della strategia dell'oblio che in Argentina, come durante la dittatura hitleriana, ha legittimato le barbarie. "Io non ti ho mai promesso l'eternità" racchiude la volontà di vedere oltre la rigidità dei dogmi e della gratuita mistificazione della negazione di valori, diritti, culture e umanità.