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"(...) E tuttavia quel poco che l'anonimo autore mi ha inviato mi sembra che abbia il sapore, se non della realtà, della verità. Sono scampoli di esistenze di gente comune, di uomini e donne di un 'mondo piccolo' che mai uscirebbero dall'anonimato se qualcuno, facendoli parlare (e con un linguaggio molto vicino alla discorsività vernacolare), non li richiamasse in qualche modo in vita. L'anonimo autore ne esprime, di solito con sottile finezza psicologica, la soggettiva memoria della vita vissuta, che talora viene rievocata, spesso nostalgicamente, nel suo complesso, sia pure con un ragguaglio sintetico e selettivo, talora, all'opposto, si fissa su un evento particolare, a cui il defunto evidentemente riconosce un significato emblematico del suo essere stato al mondo e di essersi relazionato con i suoi compaesani e, detto senza retorica, con il proprio destino. Un destino che a volte è legato a eventi commoventi, drammatici o tragici, come nel caso di Maria la puttana, di Mario il donnaiolo o di Alfredo il manovale e di altri ancora, a volte è quello di una vita oscura e anonima, segnata da accadimenti o circostanze di per sé banali, o irrilevanti nella loro casualità."