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I ciclamini bianchi poggiati alla finestra, le margherite gialle in inverno, i gigli rosa che resistono al freddo, la calla che svetta dietro la siepe, le lantane e le buganvillee luminose: i fiori sono presenze che attraversano le pagine di una poesia quotidiana eppure fuori dallo spazio e dal tempo. L'autore partecipa al racconto della natura, al fiorire di maggio e i versi si fanno necessità, pretendono ascolto. Francesco Scarabicchi, nell'Introduzione, nota "un'insolita compostezza, un passo calmo, la delicatezza di un giovane umanesimo che tenta di salvare il salvabile mediante la navicella della poesia".