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Essere filosofa e femminista, andando oltre gli specialismi, è stata la scommessa di Françoise Collin. Nata in Belgio nel 1928, nel 1973 ha fondato "Les Cahiers du Grif", prima rivista femminista in lingua francese. Trasferitasi a Parigi, ha continuato la sua attività in Francia e in altri paesi tra cui l'Italia. Trasformando in percorso politico le radici filosofiche provenienti da Blanchot e soprattutto da Arendt, centrale nella sua riflessione è l'idea del femminismo come prassi, cioè come un agire senza modello, in cui ci si espone singolarmente e dove ogni discorso, ogni azione risultano essenziali e vincolanti. Ironica ed acuta, ha avuto grande attenzione per il mondo in rapporto alla libertà delle donne: niente le era estraneo. Questo libro a più voci ricostruisce aspetti del suo pensiero, in un ideale dialogo con lei in absentia.