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In diciannove saggi sui maggiori scrittori dell'ultimo secolo e mezzo (da De Roberto a Verga, da Pirandello a Di Giacomo a Levi, Soldati, Moravia, Vittorini, Silone, Flaiano, Bonaviri, Consolo, Del Giudice), l'autore indaga la trasformazione del romanzo italiano, rilevando le discontinuità e i cambiamenti, e individuando anche sorprendenti linee di persistenza, che emergono soprattutto in rapporto ai temi del disagio e della lacerazione rispetto alla contemporaneità; il che è più evidente per quei territori (la Sicilia, Napoli, la Basilicata osservate non soltanto dagli scrittori locali) dove più accentuata appare l'irruzione della modernità.