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In Romania un'epoca è finita. La Cortina di Ferro è stata smantellata. Il Muro è crollato. Sotto le macerie è rimasto un paradiso chiamato Transizione. È il paradiso dell'irrealtà, sobborgo della storia, dove nulla più accade, tutto si ricorda. Dove gli abitanti di una strada di periferia, di una città di periferia, di un Paese ex comunista alla periferia dell'Europa, sono come galline, che al mattino escono a beccare mangime e lombrichi, e alla sera ritornano al pollaio. Gli eroi del regime di Ceausescu ora sono solo zavorra della modernità. Operai, pensionati, casalinghe di via delle Acacie evocano vicende più o meno immaginarie del passato, preparano progetti grandiosi e fantasmagorici per il futuro, e intanto bevono vodka e acquavite, ciarlando e beccandosi, stravaccati ai tavoli del "Trattore stazzonato".