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Questa edizione della Divina Commedia, introdotta e commentata dal critico della letteratura italiana per antonomasia, Francesco De Sanctis, e illustrata da Gustave Doré, è certamente la più celebrata e diffusa dalla seconda metà dell'Ottocento in poi. Il dinamismo e le concitate scene di massa, che Doré ricava da l'influenzate da Delacroix, l'utilizzo di forti contrasti chiaroscurali, il plasticismo, il gusto compositivo che emerge nelle scene ambientali, la sensibilità verista risultano in una interpretazione grafica che sfocia in un grande effetto divulgativo, grazie anche all'immediata suggestione di scene divenute estremamente popolari.