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Nel 1875 il tenente di cavalleria Ulderico Levi, il generale Enrico Cialdini e il maggiore Baldassarre Orero, effettuano un lungo viaggio di piacere che tocca grandi capitali e città del nord Europa. Insieme alla vivace narrazione scritta di getto, un aspetto interessante che emerge da questa lettura è la consapevolezza della nuova identità dell'Italia e della considerazione di cui essa gode in Europa. Questa sensazione è ben percepita da Levi, che il 6 luglio a Vienna si trova vis à vis con l'ex duca Francesco V d'Austria Este, ridotto a rango di nobile di corte e così commenta: "Uscendo dal palazzo incontriamo naso a naso Francesco V ex duca di Modena venuto esso pure ad assistere al funerale dello zio. Quanti pensieri s'affollano alla mia mente, quante riminiscenze! Fu una bellissima mattinata, certo fu la più bella della mia vita". Ma se questa poteva essere una reazione istintiva ed emotiva, la consapevolezza del diverso ruolo dell'Italia in ambito europeo è razionalmente percepita da Levi quando a Krasnoe Selo, durante le grandi manovre militari alle quali partecipano rappresentanti militari e politici dei maggiori stati europei, lo zar Alessandro II scorge Cialdini, Orero e Levi che, in disparte, assistono in incognito al grandioso spettacolo. Riconosciuto il generale, egli abbandona il suo seguito, li accoglie cordialmente e, una volta terminate le manovre, li invita a pranzo nella tenda imperiale.