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La volontà di rinascita espressa nell'organizzare il Giro d'Italia del 1946, su strade che portavano ancora i segni dei cingoli dei carri armati, non era stata un'illusione. Questa è la storia di quegli anni: Bartali che sconfiggeva Coppi per 47 secondi, nel 1947, Coppi che distanziava Bartali di un minuto e 43 secondi, nel 1948, Magni contestatissimo vincitore davanti a Cecchi per 11 secondi con Coppi che si ritira per protesta dopo aver vinto la Cortina Trento scalando in solitudine il Falzarego e il Pordoi. Ognuno di questi uomini corse a lungo anche nel futuro, a segnare un'epoca fatta di italiani che aspettavano Bartali, seduti sui paracarri, scalpitando dentro ai sandali, soltanto per veder quel viso triste da italiano allegro.