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Un'aspra polemica è in atto tra fautori del darwinismo e seguaci dell'Intelligent Design; atei di solito i primi, credenti i secondi. Darwin da un lato, Dio dall'altro; ovvero: "Se" il darwinismo è vero... "allora"... "Dio non esiste". Viceversa: "Se" Dio esiste... "allora"... "il darwinismo è falso". Ma le cose stanno veramente così? Uno dei più famosi principi della biologia, l'esclusione competitiva, afferma che la più efficace competizione si ha tra specie simili: predatori vs predatori, erbivori vs erbivori... Perché non applicare questo principio nella contesa filosofica tra ipotesi metafisiche in gara per lo stesso ambito: il sacro? Invece di contestare il canone sacro dall'esterno, perché non proporre una alternativa agnostica, laica ma interna al tema filosofico del sacro, ai sensi di una sana competizione epistemologica? Forse non si doveva "spingere" per chiudere quella porta: forse la si doveva "tirare a sé", per aprirla, senza timori, all'indagine filosofica laica. La scienza, darwinismo in testa, può dimostrare che i ricorrenti concetti di Dio, scienza, religione sono contingenti, infondati. Come arguì Dewey, il pensiero darwiniano è molto più dirompente ed efficace di quanto si pensi.