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Dal poster di Harry Greb con la famiglia in gabbia osservata da un panda, diventato un po' l'emblema del lungo periodo di isolamento, al murale di Tom & Jerry sulla distanza sociale realizzato da Maupal, nella sua Borgo Pio. E poi Laika e la solidarietà con la comunità cinese, le aste di beneficienza, le mascherine, i lavori rimasti a metà. C'è un prima e un dopo nei racconti che emergono dai muri di Roma, prima e dopo la pandemia con gli artisti a creare nelle case, senza fermarsi mai. E c'è un prima e dopo anche per molti lavori cancellati repentinamente perché considerati offensivi: alcune opere di Tvboy, Maupal e Sirante. Perché l'arte urbana ha colto la confusione politica e l'incertezza di un periodo storico raccontandolo in modo incisivo.