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Le lettere e i diari si configurano tra gli strumenti più preziosi e affascinanti di indagine e conoscenza e si rivelano particolarmente significativi se riferiti a un evento deflagrante come la guerra, laddove, al fragore delle armi e all'urgenza della grande storia, si affianca la più sommessa ma non meno forte voce delle vicende umane. È quanto avviene in queste Lettere e diari dal fronte e dalla prigionia (1915-1918), di Giuseppe Ceccarelli (Ceccarius). Peppino, così si firma, è un giovane, che parte per la guerra lasciandosi alle spalle una delicata situazione familiare. Il suo rigoroso impegno a servire la patria e la prepotente e impaziente speranza di tornare a casa si mescolano e si intrecciano in un racconto coinvolgente, inevitabilmente doloroso, a volte persino ironico, ma che nulla concede all'autocommiserazione o alla retorica.