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La Grande crisi, che ancora viviamo, ha incrinato anche le consolidate certezze sul ruolo del mercato e sull'efficienza di forme capitalistiche basate sull'esclusivo perseguimento del tornaconto personale. Riemergono con forza temi come quello della fiducia, della reciprocità, delle motivazioni intrinseche, in sintesi di un approccio al capitalismo orientato ai valori civili, che appartiene alla storia del nostro pensiero economico, a partire da Antonio Genovesi, dalla metà del 1700. Questi valori sono l'humus dello sviluppo italiano, che si differenzia dagli altri Paesi attraverso il particolare ruolo dell'imprenditore. L'incontro tra capitalismo personale e valori locali ha originato un capitalismo imprenditoriale civile in cui la tensione allo sviluppo è andata coniugandosi, in vario modo, con l'attenzione verso gli altri. Il volume esamina il ruolo dei comportamenti fiduciari come modalità di azione imprenditoriale, portandoci a (ri)scoprire l'importanza del sistema dei valori ed evidenziando il ruolo svolto dal circuito Motivazione-Imprenditorialità e Sviluppo nel nostro Paese, a partire dall'accumulazione di capitale sociale e, in particolare, di capitale civico. Fornisce, così, una lettura diversa del nostro sviluppo, traccia le linee di un capitalismo "civile" che recupera il ruolo delle persone, dei valori etici e della reciprocità, dimostrando la peculiarità di una via italiana alla crescita.