Tab Article
Nell'immaginario di molti la figura del beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster è immersa quasi in un alone di luce, al cui interno si disegna un profilo esile e piuttosto etereo, in dialogo con l'eterno e l'infinito [...] E, questo, anche il ricordo di chi ora sta premettendo poche righe di introduzione a uno studio molto accurato e originale [...] Elena Nobili punta il suo obiettivo di analisi su un vasto arco storico dell'esistenza di Schuster che non è mai stato pienamente attraversato dalla ricerca storiografica". Dalla Prefazione di Gianfranco Ravasi. Abate nel monastero benedettino di San Paolo a Roma, arcivescovo di Milano per venticinque anni, considerato dai fascisti vicino al regime ma noto anche per una dura omelia contro le leggi razziali del 1938, Idelfonso Schuster si dedicò per molti anni a un'opera di rinnovamento del cattolicesimo del suo tempo, generalmente ignorata da sostenitori e avversari e dimenticata dagli studiosi. Appassionato di archeologia cristiana e di musica sacra, si adoperò per recuperare quei legami con la tradizione ebraica e con il cristianesimo orientale di cui poi il Concilio Vaticano II ha sottolineato l'importanza. Convinto della necessità di riproporre agli uomini e alle donne del suo tempo l'esperienza più autentica della Chiesa primitiva, si impegnò in un'opera di riforma liturgica che gli attirò la condanna del Sant'Uffizio e i rimproveri del papa.