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Paradossalmente la sola certezza, capace di non lasciarsi vincere dallo scetticismo, è la certezza che abbia assimilate le ragioni dello scetticismo e abbia, perciò, rinunciato a qualsivoglia pretesa di assolutezza e definitività. Ciò, a cui la nuova scienza invita, è appunto il dubitare di un credere senza esitazioni. Noi possiamo parlare della nuova certezza, in quanto scopo di una ricerca e mezzo di ulteriore ricerca, come di una certezza incerta, in cui l'apparente contraddizione dei termini è piuttosto la espressione verbale di un modello di sapere impostato e regolato sulle effettive possibilità dell'uomo che ricerca e si pone il problema di ciò che può sapere e di come può sapere. Una certezza ci sembrerà tale non quando ci verrà estrinsecamente asserita la sua infallibilità, bensì quando, in rapporto alle premesse, alla situazione e alle procedure disponibili della ricerca, essa ci permetterà di risolvere i problemi che ce l'hanno fatta ricercare, senza però illuderci né autorizzarci a sperare che, per suo mezzo, noi ci saremo per sempre ritirati fuori da ogni problema. Quanto abbiamo prima chiamato "certezza incerta", infatti, è espressione teoretica di quanto la "colpevolezza ragionevole" è espressione etica. (Giuseppe Semerari)