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Di fronte ad un evento inatteso come la pandemia, molte realtà umane e organizzative sono andate in crisi. Una crisi che si è resa evidente anche nel mondo ecclesiale. L'emergenza ha fatto emergere, per sua natura, tante problematiche di cui in questi anni teologi e pastoralisti avevano evidenziato, ma che il nostro sguardo non era in grado di cogliere. Oggi la realtà ha superato ogni nostra idea ed immaginazione ed è chiaro come una forma di cristianesimo sia finita e occorre ripensare con coraggio un nuovo paradigma di annuncio. Il modello dell'antifragilità, contrapposto a quello dell'adattamento e della resilienza, non vuole essere il migliore ma solo quello che si ritiene più adatto per vivere questi tempi di incertezza e di profondo cambiamento. Un modello che può aiutarci a rileggere in modo profetico le relazioni comunitarie, i modelli organizzativi di diocesi e parrocchie, le prassi in atto nella pastorale. Ci sono già esperienze in atto, dei piccoli germogli di antifragilità, che anche come Centro Studi stiamo seguendo, e anche questi saranno proposti come sperimentazioni in atto.