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Ultimo testo redatto in romeno tra il 1941 e il 1944, il "Breviario dei vinti II" è rimasto allo stato di manoscritto finché Cioran fu in vita. Ritrovato tra le carte dell'autore solo dopo la sua morte, è un'opera illuminante per comprendere l'evoluzione interiore dello scrittore: esule nella Parigi dell'occupazione tedesca, impegnato quasi in un corpo a corpo con la lingua materna. Qui, un linguaggio ancora tellurico, a volte oscuro, a volte ravvivato da improvvise accensioni, fornisce il quadro di un pensiero aforistico, sprezzante delle contraddizioni fino all'insolenza, intollerante dei limiti della ragione, fra echi dell'antica scuola cinica e accenti di religiosità che lasciano intravedere i colori della gnosi.