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Cos'hanno in comune gli Iron Maiden e Francesco Guccini, gli Scorpions e Pino Daniele, Kylie Minogue e Roberto Vecchioni, Alanis Morissette e Lucio Dalla? Apparentemente nulla, se non l'essere (stati) protagonisti delle scene musicali. In realtà questi artisti condividono, insieme a molti altri, una particolarità: nel corso della loro carriera si sono imbattuti nel mito classico. Un incontro cercato in taluni casi, quasi fortuito in altri. Sono centinaia i brani che vedono protagonisti eroi come Achille, Odisseo, Giasone, Enea, divinità come Afrodite, Apollo, Dioniso, Zeus, personaggi tristemente illustri quali Medea, Icaro, Tantalo. Il mito diventa quel fil rouge che accomuna artisti e gruppi eterogenei nelle epoche più diverse, da Omero che "cantava" l'Iliade e l'Odissea ai Manowar di Achilles, Agony and Ecstasy e ai Symphony X di The Odyssey, da Esiodo con i versi della sua Teogonia ai Rotting Christ con la loro Theogonia metal, dai grandi tragici come l'Eschilo dell'Orestea a The House of Atreus dei Virgin Steele, dall'Aiace di Sofocle al folle Aiace di Roberto Vecchioni, dagli Argonauti di Apollonio Rodio agli inglesi XTC di Jason and the Argonauts. Come la letteratura antica con Apollodoro, Diodoro Siculo, Igino, anche la popular music ha i suoi "mitografi", che con i loro concept album rimandano a vari episodi della mitologia, si pensi ad esempio a Ormeggi di Francesco Camattini, a Messenger of the gods del tastierista Mistheria, ad Antigone di Barbara De Dominicis. Scritto da uno storico con la passione per la musica, "Miti pop" è il racconto appassionante e divertente della relazione pericolosa tra mitologia classica e altrettanto classico rock'n'roll.