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Le radio pirata offshore: emittenti clandestine che negli ormai lontani anni Sessanta diffondevano nell'etere la rivoluzione musicale portata dai Beatles, dando così spazio alla nascente "cultura pop" giovanile. In un momento in cui i monopoli pubblici passavano solo musica da camera e orchestre, in Gran Bretagna e nel Nord Europa c'erano dei bucanieri che stavano più o meno inconsapevolmente facendo nascere la radio moderna in Europa. Queste emittenti sono state le prime a proporre le classifiche dei dischi più venduti, le prime ad avere i jingle, il segnale orario e i notiziari brevi. Radio che hanno dato spazio alla figura del disc jockey, che con il suo stile plasmava e condizionava le scelte del pubblico. Il fenomeno ebbe uno sviluppo immenso con alcune emittenti ancora oggi mitizzate: fra tutte Radio Caroline e Radio London. Oltre al mito, però, la grande illusione. Dietro all'apparente libertà si nascondevano grandi gruppi statunitensi che avevano trovato un canale di sbocco per pubblicizzare i loro prodotti. Il libro comincia dedicando spazio alla nascita della radio sia negli Stati Uniti sia in Inghilterra, per poi raccontare alcuni esempi di radio innovative europee (Radio Lussemburgo su tutte). Dopo la storia completa della pirateria offshore e dei suoi protagonisti, una parte è dedicata alla cultura pop degli anni Sessanta che vedrà nella radio la base del suo sviluppo. Infine, alcuni spunti su Radio Rai, su Radio Montecarlo e sulla radio italiana, per comprendere quanto il fenomeno dei pirati dell'etere abbia favorito e influenzato anche la nostra radio.