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Puzzare adolescenza è un modo di mordere la vita che non tornerà più. E credere di fare a meno della musica non solo è inutile, ma anche dannoso. Per cui in questa cronistoria semiseria, semivera e semitica, ci sono: 1. Una babelica ricostruzione di album che negli anni Novanta andavano alla grande fra i senza peli dissennati a cavallo tra i 14 e i 18 anni. Grunge, punk e nu metal: c'è stato da essere ribelli per almeno un decennio. 2. Una narrazione di formazione che sfoggia luoghi, mode e tempi dell'ambiente milanese e di periferia. Roba brutta, insomma. Non è una guida, ma quasi. Non è un romanzo, ma quasi. È rivolto a tutti quelli che hanno voglia di rivivere un pezzetto di storia - non per forza memorabile - che ha tra le sue fila reperti come le cassette Tdk, la Playstation a 999.000 lire e il Berlusconi più in forma che l'Olgettina ricordi. "Rebel rebel" è un inno alla rivolta giovanile, quella che cova dentro ognuno di noi quando siamo convinti che il No future sia la nostra unica via di fuga da un mondo che non ci piace così com'è, senza più Enrico Silvestrin a condurre "Select!" su Mtv.