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L'identikit del suicida nasce dal cuore canceroso del rock ed è il ritratto di un ventenne in lotta con gli imprevisti e le probabilità della vita: anzi, è un necrologio paradossalmente solare popolato da freddo, oscurità, claustrofobia, fallimento, pressione e perdita di controllo. Così vicino, così lontano, potrebbe essere l'istantanea senza tempo di tanti annoiati figli della "middle class" con una malattia da tenere a bada. Ma la realtà è diversa e per conoscerla bisogna attraversare come Alice lo specchio, andare a riprendere una parte di sé ascoltando il grido gelido del presente, l'eco elettrificata delle fabbriche in disuso e il silenzio del rumore bianco. Perché l'incubo peggiore di quest'epoca sembra il sogno di un prigioniero, però potrebbe essere anche l'autobiografia di ogni generazione persa nell'emozionante dramma di una vicenda grigia, tenera, triste e veloce come una meteora: infatti ci racconta la storia più vecchia e inflazionata del mondo. Una storia da cuore infranto.