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"Ogni uomo deve assolutamente trovarsi in uno stato di socialità morale, egli deve avere uno o più uomini a cui manifestare la parte più interiore della propria essenza, del proprio cuore e dei propri comportamenti. Ove possibile, non dev'esserci in lui alcuna cosa che non possa essere comunicata a chicchessia fuori di lui. Fa parte degli insegnamenti divini che, più di tutto, non è un bene che l'uomo sia solo". In queste righe, indirizzate alla sorella Charlotte, Friedrich Schleiermacher condensa esemplarmente il nesso fra i tre campi dell'esperienza umana che sono al centro del presente volume: la socialità [Geselligkeit], richiamata in rapporto al suo carattere morale; l'etica, a cui quel carattere immediatamente riconduce; l'ambito religioso, evocato dall'allusione agli insegnamenti divini. Il trinomio emerge nella forma discorsiva dettata dal contesto epistolare, ma in realtà le battute citate sono essenziali all'economia dell'intera opera schleiermacheriana. Esse affondano le radici sin negli anni della prima formazione, descrivendo la traccia di un percorso filosofico che si snoda precisamente intorno ai tre termini enunciati. La struttura del volume che qui si presenta è in parte tematica, in parte cronologica.