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Il nome "sanscrito" significa "perfezionato, compiuto". Con questo termine si designa normalmente il complesso di quella lingua indoeuropea introdotta in India dagli Arî, presumibilmente quindici secoli prima della nostra era, che diventò la lingua sacra di tutta l'India. Il termine più appropriato per indicare questa lingua è tuttavia "antico indo-ario" o "antico indiano". Infatti il nome "sanscrito" indica più esattamente solo quel tipo di lingua che fu il risultato dell'elaborazione compiuta dai grammatici indiani che la costrinsero all'interno di rigidissime regole e la resero, per così dire, una lingua artificiale, sottratta cioè all'evoluzione naturale. Essa è servita per oltre duemila anni - e in certi casi serve tuttora - come lingua di cultura e di comunicazione per la classe sacerdotale e per le persone colte, allo stesso modo in cui in Europa per molti secoli fu usato il latino. La presente grammatica è concepita come esposizione descrittiva delle strutture della lingua sanscrita nella sua fase classica. Sono presenti anche alcuni accenni alla fase vedica e, dove era il caso, sono state aggiunte delle indicazioni di carattere storico-comparativo allo scopo di richiamare l'attenzione su certe analogie che la lingua antico-indiana mostra con altre lingue indoeuropee, soprattutto con il latino e il greco. A vent'anni dalla precedente edizione, l'autore ha così voluto fornire una nuova edizione di questa "Grammatica".