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Gli scritti raccolti in questo volume rappresentano il frutto più maturo della riflessione storica, filosofica e politica di Spaventa sui temi del Rinascimento e, più in generale, del pensiero classico del XVI secolo. Si tratta di scritti di natura, finalità e stile diversi, interventi programmatici e prese di posizione polemiche, scritti storici e saggi critici, ricerche accademiche e recensioni, appunti per lezioni e schede di lettura. L'effetto complessivo che si ricava da questo intrico di elementi è, tuttavia, quello di una radicale costanza e coerenza teorica, seppur all'interno di una libera e disinvolta utilizzazione dei testi, sia quelli dei classici che quelli degli storici contemporanei. Una disinvoltura che cela però una grande padronanza delle opere di Campanella e Bruno, come anche degli storici della filosofia a cui Spaventa fa spesso riferimento e degli autori italiani con cui entra in conflitto. Da quest'opera complessiva si capisce come il grande merito di Spaventa sia stato quello di aver aperto la strada a una tradizione storica che fa discendere la natura specifica del pensiero italiano (concreto, empirico ma anche psicologico, religioso) dall'Italia stessa, da quel Rinascimento che, dice Spaventa, deve risorgere come è risorto in Germania e come è vissuto in Europa nel corso di due secoli, generando anche buona parte del pensiero francese.