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Nel 1956, quasi per caso, Alessandro Parronchi, durante un breve soggiorno romano, viene presentato da Vasco Pratolini a Saverio Tutino, figlio di Mario, con il quale entra in contatto, inizialmente soprattutto per avere spiegazioni sull'opera di Guido Pereyra. Si instaura così un'amicizia tanto intensa e sincera da terminare solo per la morte di Tutino (gennaio 1967), amicizia documentata in buona parte dal fitto carteggio raccolto in questo volume che la curatrice, Paola Baioni, ha ricevuto direttamente dallo stesso Parronchi. Da una lettura attenta delle lettere si evince lo spessore culturale dei protagonisti, il sostrato filosofico, filologico, artistico sotteso alle loro discussioni. Più si legge, più si scoprono sottigliezze che, se non fossero state sviscerate da loro, passerebbero quasi inosservate agli occhi dell'odierno lettore.