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Il Papiro Busca consiste in un 'Libro dei morti', databile alla XIX-XX dinastia, delineato in un geroglifico corsivo che contiene segni ieratici e corredato da disegni di media qualità. Realizzato per l'artigiano Ptahmose da uno scriba non sempre impeccabile, il rotolo fu probabilmente recuperato poco prima della metà del 1850 dal marchese Carlo Busca nel corso dei suoi scavi personali e fu da lui portato in Italia. Il papiro subì la sorte di tantissimi altri documenti analoghi: fu incollato su pezzi di stoffa, una soluzione perniciosa che ha compromesso non poco lo stato del materiale. Conservato nell'Archivio dell'Ospedale Maggiore di Milano, fu studiato per la prima volta da Richard Lepsius intorno al 1850 e poi, di nuovo, tra il 1952 ed il 1953, da M. Vandoni dell'Università di Milano. In occasione della presente edizione è stato integralmente fotografato e sono state eseguite stampe a grandezza naturale di tutte le sue parti. Insieme agli altri materiali editi nel volume, fra i quali si segnala uno splendido sarcofago di sicomoro, esso costituisce un contributo egittologico di particolare rilievo: da un lato arricchisce la storia dei riti funerari egiziani in generale ed il testo delle formule del 'Libro' in particolare; dall'altro è testimone di momenti della storia delle acquisizioni, del trattamento e del restauro degli antichi manoscritti delle tombe egiziane nell'Ottocento.