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Dal secolo XV fino verso la metà del secolo XX l'attenzione degli scavatori e degli studiosi del mondo etrusco è stata principalmente rivolta ai reperti, nei tempi più antichi anche indipendentemente dai contesti di provenienza, e comunque alle tombe più che agli spazi urbani. Unica eccezione è la città presso Marzabotto, scavata nel secolo XIX, i cui resti però al principio furono interpretati come una vasta necropoli. Le cinte murarie, dove si erano conservate, costituivano l'unico aspetto urbano apprezzato da scavatori e studiosi, anche se in misura di gran lunga inferiore ai reperti. Negli ultimi tempi la situazione sta però cambiando e l'esplorazione archeologica di aree abitative o urbanizzate è sempre più frequente. Il tema di questo convegno dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, la città murata in Etruria, rientra in questa svolta.