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Il suicidio è generalmente considerato l'esito di una sofferenza, di una incapacità, di una delusione: un atto debole e negativo. Ma in un caso può assumere il senso di qualcosa di compiuto: quando ad attuarlo è un artista, un poeta, un grande pessimista. Allora sembra adeguatamente concludere un'esistenza, e renderla compiuta. Il libro narra venticinque storie di uomini e donne che hanno vissuto nell'arte e che hanno scelto il suicidio come suggello della loro esistenza, o come culminante pensiero di ribellione.