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"Quali sono i motivi che spingono un padre ad abbandonare repentinamente e senza ragioni apparenti, una moglie colta e bella e un figlio appena dodicenne, per fare ritorno in Africa laddove fu prigioniero in guerra? Pow è un acronimo dal suono onomatopeico che ben rappresenta il ritmo serrato e senza fiato che caratterizza l'opera. La musica, pur restando sullo sfondo, ha un ruolo importante: è l'arte attorno alla quale ruota la vita dell'autore, il quale sceglie di scrivere affidandosi all'ascolto di soli quattro brani scelti, per trarne simboli, profumi e ispirazioni. Ma di questo aspetto nel libro non si parla. Si dipinge invece una storia dura e avvincente di legami famigliari e, soprattutto, della ricerca delle ragioni di quell'abbandono, che porta con sé conflitto e sofferenza. Un'ombra irrisolta che influenza le scelte e i rapporti affettivi del figlio e che il padre s'attende di sciogliere; un velo opaco generato dalla sua abiura al fascismo che al suo rimpatrio, finita la guerra, non ha più ragion d'essere." (Claudio Farinone)