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Una società opulenta e miserevole, tanto piena di risorse quanto fragile e sull'orlo dell'abisso. Potrebbe essere l'Italia di oggi, invece è la Firenze del magnifico trecento e del sommo poeta. La città dei politici assetati di potere e di gloria, dei banchieri e dei commercianti, che per conquistare onori e ricchezze avevano una sola carta da giocare: la politica. Come fece Dante e come racconta "Il poeta e il cavaliere," svelando non poche analogie con la storia odierna e i suoi protagonisti. Un'occasione, per rileggere la vita e le opere di Dante con intenzioni e occhi nuovi, rompendo quel muro di omertà accademica e ammuffito perbenismo che ha impedito finora di capire chi fosse realmente il poeta.