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"Fermate la giostra che io scendo". Sono queste le uniche parole che Federico lascia scritte prima di togliersi la vita. Ha solo sedici anni ma nella sua testa e nel suo cuore si agita un caos che non sa come affrontare: non prova nulla, se non un opprimente senso di vuoto, si sente diverso, sbagliato, non riesce più a dominare i mostri che lo circondano. E allora compie un gesto estremo, cancellando in un istante quel futuro che non ha intenzione di vivere. Da quel momento, però, si ritrova stranamente a essere uno spettatore esterno del mondo di cui non fa più parte. Rivive i luoghi che in vita detestava: va a scuola come ogni mattina, segue suo padre al lavoro, passeggia per le strade di Roma e forse per la prima volta non prova quell'indolenza che in vita lo ha tormentato troppe volte, si sente libero dai condizionamenti dei suoi genitori e dalla responsabilità di prendere delle decisioni. Si lascia andare ai ricordi di esperienze vissute quando era bambino, è curioso e un po' disorientato, ma a poco a poco le sensazioni riemergono prepotenti: vede le cose da un'altra prospettiva, comprende che la sua famiglia e i suoi amici provano un forte affetto nei suoi confronti, e proprio da quell'amore avrebbe potuto trarre la forza per provare a vivere intensamente. E se fosse ancora in tempo per cambiare le cose?