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Nelle storie inquiete di Fleur Jaeggy abitano sogni e mostri, cementati dal silenzio, in labirinti senza uscita. Questo libro prova a decifrarne simboli e percorsi. Il volume è una monografia critica di ampio respiro sugli scritti di una scrittrice contemporanea, nata a Zurigo, ma che vive da moltissimi anni in Italia. I suoi romanzi e i suoi racconti, a cominciare da "Il dito in bocca" (1968) per finire con "Proleterka" (2001), escono regolarmente per Adelphi. Rossella Lovascio ci conduce per mano attraverso le pagine più significative di queste opere, abbozzando un ritratto e un itinerario artistico che trae luce dalle stesse pagine cui attinge per ampi stralci. Le storie inquiete e inquietanti di Fleur Jaeggy ci conducono verso la scoperta, da sempre intuita e mai verificata sino in fondo, del rifiuto decisivo di una normalità mai appagante che, pian piano, plana nella non normalità, come condizione essenziale per essere. Un sottile senso di follia lega le pagine e introduce il lettore in un labirinto da cui uscirà quando avrà la certezza che gli specchi reali sono deformati e che soltanto nel proprio io, nella solitudine cementata dal silenzio, c'è la liberazione. Felicità quindi di essere nel non essere, dormendo abbracciati a quell'ombra folle che in noi abita.