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Anthony Powell racconta le avventure, ambientate negli anni Venti, del giovane Atwater, donnaiolo mancato e impiegato in un museo, fiaccato dalle infinite minuscole tribolazioni del lavoro e dalle frustrazioni di una vita al ribasso. Suo punto di riferimento è la cerchia di cui fa parte, composta dagli "afternoon men", "uomini del pomeriggio" (così definiti da Robert Burton nella celebre Anatomia della malinconia), sedicenti bohémien interpreti di un mondo allo sbando tra cicalecci annoiati, mondanità strascicate, sterili pettegolezzi e piccole velleità destinate al collasso. E nulla sembra scalfire la superficie di questa sorta di attendismo esistenziale: né l'amore di Atwater per la bella Susan, né la misteriosa scomparsa di uno dei membri del gruppo durante un soggiorno in campagna. Attraverso il susseguirsi di situazioni comiche e al limite dell'assurdo, Powell ci racconta lo smarrimento di un'intera epoca, il circo di inconsistenza e mediocrità che ha spianato la strada alla proliferazione di un vero e proprio marchio di fabbrica dell'Inghilterra di primo Novecento.