Tab Article
Venticinque zie ricche o ricchissime, con altrettanti avidi e disamorati nipoti che aspettano con malcelata impazienza di entrare in possesso delle venticinque cospicue eredità. Amalia, Bertina, Dorotea, Miriam, Gerta, Olly, Ursula, Yvette, Zerlinda... Amabili e linde vecchiette o indomabili tardone dal passato burrascoso ancora avide di piaceri, fragili ma longeve donnine o robuste virago dotate di un'allarmante (per gli eredi) salute di ferro, tutte le zie passeranno finalmente "a miglior vita", ma per una ragione o per l'altra i nipoti non riusciranno a incassare neppure un soldo. L'umorismo di Mühsam è tutt'altro che garbato e gioviale: il suo spirito anarchico e ferocemente irridente nato all'interno del kabarett tedesco (fu anche un attivo collaboratore del teatro politico di Erwin Piscator) si traduce sulla pagina in una prosa caustica, di acre gusto mitteleuropeo, che nei ritratti grotteschi delle terribili zie e degli spregevoli nipoti tratteggia da un lato la faccia feroce e paternalistica del capitalismo, dall'altra l'ipocrita filisteismo della classe borghese.