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L'arte della "flânerie", ovvero l'arte del passeggio senza una meta apparente, come possibilità di riflessione sull'esistenza, sul tempo e sullo spazio. Nelle prose qui raccolte del grande autore tedesco viene posta al centro la meravigliosa "inutilità" del passeggiare senza uno scopo, un'arte in grado di farci comprendere lo scenario urbano che secondo Hessel costituisce una fascinosa metafora della vita. "Il modo migliore per conoscere una grande città" scrive la curatrice Eva Banchelli "non consisterà nell'intraprendere una visita programmata ma nel lasciarsi guidare dal caso, nell'andare alla deriva, nel perdersi tra scorciatoie e deviazioni... o magari nel portare a spasso il cane di un'amica, condividendo il suo fiuto curioso dell'asfalto e le frequenti soste meditative".