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I viaggi si pensano, si progettano. Mi piaceva vivere questo tempo con Marco perché emergevano le nostre diversità, e la radice del "noi", dove si sperimenta che l'essenziale diventa visibile agli occhi di chi si ama. Lui con un coltellino svizzero, l'accendino, alcune candele e qualche telo costruiva una casa a cielo aperto: "Qui facciamo l'angolo cottura, appendiamo le pentole e i mestoli, qui lo specchio". Ora per me è il tempo del viaggio quotidiano dal mai più al per sempre: il mai più comincia al mattino e finisce alla sera, per continuare la notte e ricominciare la mattina dopo. "Ti amerò per sempre." Non avevo mai pensato che il per sempre potesse attraversare la morte, andare oltre e non fermarsi davanti a lei. Accogliere diventa una dimensione della vita. Difficile però con chi, nel tentativo di consolare, ci ferisce. Allora bisogna accogliere le parole e lasciarle andare, e così non fanno più male.