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C'è un filo rosso che unisce e caratterizza profondamente le vicende narrate in questo volume: non solo l'intento di fissare nero su bianco aneddoti e piccole avventure di un passato ancora vivo nella memoria, ma anche e soprattutto la volontà di trasmettere al lettore un caleidoscopio di emozioni e sensazioni che, ancor prima dei fatti nudi e crudi, sono la molla che riporta a galla ogni singolo momento narrato, dai più solenni ai più semplici, tutti a modo loro significativi. Si tratta sovente di scampoli di vita quotidiana che si intrecciano con quelli di altre persone, a tessere la trama di una storia umana che non trova posto nei libri di Storia, ma ha la peculiarità di risultare intima e familiare anche a chi ne è distante nel tempo e nello spazio. Una narrazione costellata di volti cari e luoghi amati, come Barbania Canavese, dove l'autrice da bambina ha trascorso felici momenti di vacanza, ma anche alcuni anni della Seconda Guerra Mondiale: un periodo difficile, che tuttavia la campagna, tra giochi all'aria aperta, momenti di aggregazione e attività contadine, ha saputo a suo modo mitigare. "Io c'ero... e racconto", dunque, costruisce un immaginario ponte tra passato, presente e futuro, per non dimenticare ciò che è stato e, allo stesso tempo, mantenere la ferma convinzione che "dopo un tempo ne viene un altro".