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La scienza sfida continuamente il modo più spontaneo di vedere le cose. Eventi come nascere e morire, tradizionalmente considerati fenomeni naturali a cui siamo semplicemente assoggettati, sembrano oggi in qualche modo a disposizione delle tecnologie scientifiche. Il corpo umano non è più qualcosa che capita di avere, ma un dispositivo artificiale da manipolare. La mente, la coscienza e il linguaggio, il marchio stesso della specialità umana, non sono più misteri, ma fenomeni apprezzati anche nelle macchine e negli altri animali. Tra tutte le imprese scientifiche contemporanee, la nuova scienza della mente è quella che interroga in modo più profondo il senso comune. Essa, infatti, mira direttamente alla natura umana, a ciò che crediamo di essere e al destino che sentiamo di dover compiere. Ecco perché la scienza cognitiva esercita, nella scienza di oggi, la pressione maggiore sul senso comune. Questo libro mostra una via per ricomporre la frattura tra la scienza della mente e la conoscenza di buon senso, mostrando come una parte della conoscenza ordinaria non abbia nulla da temere dalla scienza cognitiva e come, d'altro canto, si possa emendare ragionevolmente l'altra parte per assicurarle un nuovo equilibrio con i mutamenti sociali e scientifici.