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Samuel Hahnemann (Meissen 1755-Parigi 1843) fu il fondatore della medicina omeopatica, elaborata e descritta in vari trattati composti tra il 1796 e il 1842. Le ipotesi fondamentali della medicina omeopatica hahnemanniana sono riducibili a cinque: il vitalismo; la legge dei simili, secondo la quale ogni malattia è curata da quel farmaco che causa nel sano i sintomi più simili a quelli del malato; il proving, cioè l'ipotesi che ogni farmaco sia un veleno il cui effetto deve essere esplorato sull'individuo sano; l'individualizzazione, cioè la necessità di personalizzare accuratamente la terapia; e infine la potentizzazione, secondo la quale la diminuzione del dosaggio del farmaco, fino alla sua completa scomparsa, ne aumenta l'effetto terapeutico. L'analisi rivela che l'intera teoria hahnemanniana è essenzialmente basata sulla generalizzazione di premesse teoriche di dubbia validità e ignora o respinge anche i pochi dati scientifici solidi all'epoca disponibili. È interessante ripercorrere le origini della disciplina e cercare di capire in che modo la teoria sia erronea ed infondata e perché abbia raggiunto un successo tanto grande quanto immeritato.