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Cent'anni prima del crollo dell'Impero d'Occidente, dalle steppe infinite dell'Asia centrale un popolo sconosciuto ai romani si affaccia sul mar Nero, alterando per sempre gli equilibri del mondo antico. Da dove di preciso gli unni venissero non è noto, ma l'Europa centrale è subito preda e scenario della loro incredibile espansione: con assalti rapidi e mirati i temibili nomadi a cavallo, dal 434 sotto la guida di Attila, mettono in fuga i goti e le altre genti ai confini dell'impero, gli stessi popoli considerati da Roma barbari ai limiti della civiltà. Alle spalle si lasciano una scia di distruzione - dalla pianura ungherese ai campi della Champagne fino alle porte di Costantinopoli, la capitale dorata sulle sponde del Bosforo - mentre gli imperatori e i loro consiglieri tentano, invano, di arginare il pericolo con ogni genere di contromisure, dai pagamenti in oro ai giochi di alleanze, dalle spedizioni militari ai subdoli complotti di corte. Christopher Kelly dipana le intrecciate vicende di sovrani, usurpatori, generali ambigui e influenti, eunuchi, devote e astutissime principesse, per far emergere, liberandolo dai pregiudizi occidentali e dai sedimenti leggendari, il personaggio di Attila: uomo d'aspetto inquietante con gli occhi piccoli e il naso camuso, favorito dal dio della guerra, condottiero indomito ma dotato di grandi abilità diplomatiche e autocontrollo, saggio sovrano, più ragionevole e accorto di molti imperatori.