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Negli ultimi decenni del XX secolo, l'Islam radicale o politico si è presentato come un'alternativa di contestazione ai sistemi politici vigenti, tanto nel mondo sunnita (col qutbismo e post-qutbismo) quanto nel mondo sciita (con la rivoluzione khomeinista e Hizballah). L'antagonismo è stato alimentato da potenti principi costituenti: i concetti di popolo oppresso, di jihad e di sovranità di Dio. L'istituzionalizzazione e il prevalere di correnti terroristiche hanno poi fatto fallire il progetto, ma all'alba del XXI secolo articolate e ibride forme di Islam si propongono a rinverdire prospettive di trasformazione politica all'interno del mondo globalizzato.