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"L'anoressico è prima di tutto, una protesta vivente, una provocazione al mondo che lo circonda: una sfida rabbiosa a 360 gradi, appunto, una sventagliata di pallottole emotive che non risparmia gli affetti e li sottopone a una prova decisiva. E le persone che incarnano questi affetti tanto più falliscono quanto più precisamente, in realtà, avvertono questo significato profondo della malattia e lo interpretano come un'accusa verso loro stessi. Che paradosso: forse sarebbe meglio per un genitore o un compagno non capire, ma limitarsi ad accettare e prendersi cura. Leggere i sintomi del male nella loro immediatezza superficiale e accoglierli con pazienza, con attenzione, senza andare oltre e sentirsi punto nella vanità inevitabile di chi ama. Di chi sente il diritto di gridare in faccia al malato: "Perché mi fai questo?"."(Raul Montanari)