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Pietro Tedeschi (Pesaro 1744-Roma 1812) frequenta a Pesaro, giovanissimo, la scuola-bottega del noto pittore e architetto Giannandrea Lazzarini, divenendo uno dei suoi migliori allievi. Dopo un apprendistato pittorico nella prestigiosa Accademia Clementina di Bologna, dove assimila la lezione dei Carracci, di Guido Reni e del Domenichino, nel 1777 si trasferisce definitivamente a Roma. Tra i suoi mecenati, oltre ai rinomati concittadini Lazzarini e Annibale degli Abbati Olivieri Giordani, Tedeschi annovera molti altri influenti personaggi dell'epoca. Nella capitale, centro internazionale del neoclassicismo europeo, apre una sua scuola pittorica e dipinge numerose opere di cui una settantina rimaste. Molte opere a carattere sacro gli vengono commissionate da diverse località di varie regioni, come Marche, Lazio, Toscana, Umbria, Romagna, dove sono tuttora conservate. Noto, apprezzato e richiesto ai suoi tempi, Pietro Tedeschi è stato poi quasi ignorato dalla critica moderna. Con questa monografia recupera la visibilità che aveva tra i suoi contemporanei e la dignità di una collocazione, con pregi e limiti, nel contesto pittorico del classicismo della seconda metà del '700.