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Da queste pagine emerge la Romagna che non ci aspettiamo, o che ci ostiniamo a non vedere, nonostante scorra innanzi a noi sottoforma di incalzante quotidianità. Il libro descrive una terra fin troppo idealizzata, mitizzata, stereotipata, che invece si trova in una situazione di totale mutamento. Agusani richiama le antiche reminescenze, ma le distacca da un ambiente a cui non appartengono più, se non sottoforma di vago umanitarismo. Può non piacere, ma questi episodi fotografano la realtà romagnola contemporanea: viados, badanti, i vu cumprà, i nuovi felliniani e vitelloni costellano cronache di vite e di morte ormai comuni a tante regioni, tra vecchie lentezze e inedite frenesie.
